Quale capacità di resistenza hanno i DPI? Noi li abbiamo testati…

Perché la sicurezza non è mai troppa

Sul luogo di lavoro, così come in ogni altro spazio in cui è possibile imbattersi in eventuali pericoli per l’incolumità personale, i DPI sono davvero in grado di fare la differenza. Con tale acronimo si è soliti indicare i dispositivi di protezione individuale, prodotti che hanno la funzione di tutelare la persona che ne fa uso. È proprio grazie all’introduzione di queste attrezzature, nei vari ambiti di impiego, che alcune persone possono svolgere, oggi, attività lavorative, sportive o di altro genere, senza doversi preoccupare per la propria salute.

La normativa nazionale, in relazione a determinati fattori di rischio, ha introdotto, per talune categorie di soggetti, l’obbligo di utilizzare i DPI, intesi come specifiche misure di prevenzione a cui nessuno può sottrarsi. L’azienda CBF Laboratori, di Via dello Scalo n. 6, a Montecastrilli (TR), si occupa, tra le altre cose, anche di sicurezza sul lavoro, grazie a professionisti estremamente preparati e competenti, che sanno fornire al privato tutte le risposte alle proprie esigenze in materia di DPI.

I rischi

 A cosa si deve l’introduzione dell’obbligo di utilizzare i DPI? La volontà del legislatore, come già anticipato, è quella di tutelare tutti i soggetti che, nello svolgimento della propria attività lavorativa, si trovano a contatto o in prossimità di elementi potenzialmente dannosi per la salute. Molto spesso, prima dell’entrata in vigore dell’obbligo, la scarsa informazione, la distrazione e l’incoscienza sul lavoro erano causa di terribili eventi che, nella peggiore delle ipotesi, potevano sfociare anche nel decesso del lavoratore inconsapevole e mal protetto. Tutto questo avveniva nel pieno svolgimento della mansione, così da trasformare un’attività di routine in una trappola fatale. Questa riflessione ha spinto le autorità a dar vita ad una vera e propria campagna di sensibilizzazione ed informazione, che evidenziasse l’importanza di dispositivi di protezione individuale, con una resistenza tale da salvaguardare la vita di chi li indossa.

Un corretto utilizzo dei DPI, dunque, permette al lavoratore o a chi è impegnato in incarichi pericolosi, di svolgere tali attività nella massima tranquillità, consapevole della funzione salvifica del dispositivo. In materia di sicurezza sul lavoro, nessuna azienda può definirsi a norma se non ha previsto l’obbligo di DPI per i lavoratori a rischio.

I requisiti richiesti

Secondo le precise disposizioni di legge, i DPI devono rispettare alcuni requisiti tassativi. In primis, tali dispositivi devono essere idonei a proteggere effettivamente il soggetto, senza, però, costituire per lo stesso un pericolo ulteriore, come potrebbe accadere in caso di DPI da cui l’individuo non riesce a liberarsi con facilità. Inoltre, la resistenza dei dispositivi di protezione individuale deve essere calibrata alle condizioni ed alle particolarità del luogo di lavoro, che spesso può richiedere anche l’utilizzo congiunto di più DPI. È proprio per questo che il settore di riferimento ha ideato una particolare classificazione, che valuta, in ordine crescente, il grado di rischio connesso all’attività lavorativa ed il DPI di riferimento.

Fanno parte della prima categoria i dispositivi che proteggono il soggetto da danni di lieve entità, mentre rientrano nella seconda categoria quelli ideati per operare in situazioni di rischio significativo, ma non letale. Nella terza ed ultima categoria, quella con regole più rigide, rientrano i dispositivi che proteggono dai danni permanenti e, addirittura, dalla morte.

Proprio la delicata funzione affidata ai DPI in questione ha spinto la normativa di settore ad ideare uno specifico addestramento, volto ad esplicare come poterli utilizzare in modo corretto. Se desideri testare la resistenza di uno o più DPI, rivolgiti agli esperti di CBF Laboratori, da anni impegnati nell’analisi sulla sicurezza negli ambienti lavorativi. Per maggiori dettagli chiama il numero 0744/1923202.